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Author Guidelines
DISCLAIMER
Gli autori inviando il loro manoscritto alla Rivista Storica delle Terre Adriatiche dichiarano che il materiale consegnato è di loro esclusiva proprietà e che le eventuali immagini incluse nel testo sono libere da diritti o comunque che siano state acquisite le autorizzazioni per la loro pubblicazione.
Dichiarano, altresì, che il contenuto dell’Opera rispetta in ogni sua parte le norme vigenti – ivi incluse le disposizioni in tema di diritti morali d’autore – manlevando e garantendo di conseguenza sia il Direttore della Rivista Storica delle Terre Adriatiche sia il Proprietario della Rivista da ogni pretesa che fosse nei loro confronti avanzata da terzi.
Norme per i collaboratori
La Rivista Storica delle Terre Adriatiche (RSTA) ha un suo sito web istituzionale di riferimento nella piattaforma SIBA dell’Università del Salento: http://siba-ese.unisalento.it//index.php/rsta.
Essa è registrata presso i principali repertori bibliografici internazionali, esce con cadenza annuale e accoglie contributi in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Quanti desiderano proporre la pubblicazione dei loro contributi sono invitati ad inviarne il file all’indirizzo di posta elettronica del Direttore: [email protected]. In breve sarà attivato il seguente indirizzo: [email protected].
Il contributo proposto deve in ordine:
- essere corredato da abstract e da parole chiave sia in italiano sia in inglese;
- attenersi alle indicazioni delle Norme editoriali;
- utilizzare font solo Unicode, distinti tra un font Unicode per il testo in caratteri latini ed un font Unicode ulteriore per l’eventuale testo in caratteri non latini.
I saggi di ricerca sono sottoposti a un duplice processo di referaggio: prima interno a opera dei comitati scientifico e di redazione; poi esterno attraverso il sistema della peer review affidata a studiosi anonimi scelti in ambito nazionale e internazionale.
Agli Autori sarà inviato il file pdf dell’estratto del loro contributo.
Di tutte le pubblicazioni ricevute, verrà data notizia in ciascun volume.
CRITERI GENERALI
Nelle citazioni degli autori antichi, fino alla metà del Cinquecento, il nome va in forma latina, al nominativo: es.: Stephanus Tornacensis, Summa Decreti… Fa eccezione il caso di autori la cui forma onomastica sia consolidata uniformemente: es.: Antonio Capece, Decisiones Sacri Regii Consilii Neapolitani… Per gli autori antichi è opportuno dare per esteso oltre al cognome anche il nome; questo sarà, invece, siglato per gli autori dal secondo Cinquecento in poi.
Libri, capitoli e paragrafi si indicheranno con numeri arabi (es.: 2,67,1) senza spazio dopo la virgola tra i numeri.
L’editore dell’opera citata va in genere tralasciato.
Le citazioni in latino, o comunque notevoli, saranno scritte in corsivo sia nel testo sia nelle note; quelle di maggior estensione saranno composte in corpo tipografico minore.
Il numero della/e pagina/e non è preceduto da alcuna abbreviazione (p., pag. pp., pagg.), salvo il caso che questa sia necessaria per evitare confusioni tra serie numerative.
L’intervallo tra pagine è a cifre intere (125-139). Non si fa in genere distinzione tra colonna e pagina.
Per i manoscritti il numero della/e carta/e è preceduto dall’abbreviazione ‘c.’. Dopo il numero della carta, senza spazio, l’abbreviazione, non puntata, del recto (‘r’), o del verso (‘v’), della colonna (‘a’ o ‘b’): es.: c. 27ra, c. 37ra-vb, c. 56ra-66va.
Per ragioni di intellegibilità si possono collegare con un ‘in’ quei saggi o volumi che, ove non collegati, potrebbero sembrare diversi dalle opere collettive monografiche o in più volumi, delle quali invece sono parte.
MONOGRAFIE
Autore: in tondo
Titolo: in corsivo
Città e anno di pubblicazione: tra parentesi tonde
Omettere l’indicazione della collana alla quale il volume appartiene e della casa editrice
Esempio:
D. Maffei, La Donazione di Costantino nei giuristi medievali (Milano 1964) 25-32.
M. Bellomo, Ricerche sui rapporti patrimoniali tra coniugi (Milano 1961) 120.
MONOGRAFIE IN PIÙ VOLUMI
Può trattarsi di monografia di un singolo autore in più volumi, o di opera di più autori in più volumi. Numero del volume: il volume in numero romano, di seguito dopo il titolo; il tomo dopo il volume e in numero arabo.
Esempi:
P. Fiorelli, La tortura giudiziaria nel diritto comune I-II (Milano 1953-1954).
P. Fiorelli, La tortura giudiziaria nel diritto comune I (Milano 1953) 37.
G. Salvioli, Storia della procedura civile e criminale, in P. Del Giudice, Storia del diritto italiano III 2 (Milano 1927).
OPERE IN RISTAMPA ANASTATICA
Dopo il titolo, tra parentesi tonde la città e l’anno di ristampa anastatica e, separati da un punto e virgola, la città e l’anno di edizione base.
Esempi:
Guilielmus Duranti, Speculum iudiciale (Basileae 1574; rist. anast. Aalen 1975).
- T. Arcudi, Galatina letterata, (Genova 1709; rist. anast. Maglie 1993).
SECONDE EDIZIONI
Va citata l’edizione più recente di un’opera, a meno che non ci sia necessità di citare la prima edizione o eventuali altre intermedie per ragioni specifiche.
Dopo il titolo, tra parentesi tonde, indicare la città e l’anno della seconda edizione con il numero 2 in apice.
Esempio:
B. Gentili, Poesia e pubblico nella Grecia antica. Da Omero al V secolo (Milano 20062).
EDIZIONI CRITICHE
Il nome dell’editore va dopo il nome dell’autore ed il titolo.
Esempi:
Corpus iuris canonici ed. E. Friedberg, I-II (Leipzig 1879-1881; rist. anast. Graz 1959).
Sophocles, Oedipus Rex ed. R. Dawe (Lipsiae 1975).
OPERE ENCICLOPEDICHE
Se nell’opera è distinguibile l’autore della voce, va anzitutto il nome dell’autore in tondo; quindi il titolo della voce in tondo tra apici; poi il titolo dell’opera in corsivo seguito dal numero del volume in cifre arabe, e, tra parentesi, luogo e data editoriale; infine, le pagine. Se l’autore della voce non è individuabile, va la voce in tondo tra apici, poi il titolo dell’opera in corsivo.
Esempi:
S. Impellizzeri, ‘Francesco Arcudi’, Dizionario biografico degli Italiani 2 (Roma 1961) 205.
‘Paruta Paolo’, Dizionario Enciclopedico italiano 9 (Roma 1958) 90.
COLLETTANEA
Il titolo del saggio in tondo tra apici e, separato da una virgola, il titolo della collettanea in corsivo. Se la collettanea non fa ben capire che si tratta di miscellanea di più autori, o di raccolta di saggi d’un solo autore, è opportuno anteporre nel primo caso un ‘AA.VV.’.
I nomi dei curatori della collettanea vanno separati da una virgola. Si può aggiungere ‘a c. di’ oppure ‘ed.’ ‘eds.’.
Esempi:
F.G. Giannachi, ‘Learning Greek in the Land of Otranto: Some Remarks on Sergio Stiso of Zollino and his School’, in F. Ciccolella, L. Silvano (eds.), Teachers, Students and Schools of Greek in Renaissance (Leiden-Boston 2017) 213-223.
G. Vallone, ‘Le decisiones di Matteo d’Afflitto’, in AA.VV. Judicial Records, Law Reports, and the Growth of Case Law (Berlin 1989) 147-151.
B.Vetere, ‘I del Balzo Orsini e la basilica di Santa Caterina in Galatina. Manifesto ideologico della famiglia’, in Dal giglio all’orso: i principi D’Angiò e Orsini del Balzo nel Salento a c. di A. Cassiano, B. Vetere (Galatina 2006) 2-23.
G. Vallone, ‘Petrus Liciensis Episcopus’ in G. Vallone, L’età orsiniana (Roma 2022) 19-35.
ARTICOLI IN RIVISTE
Il titolo dell’articolo in tondo tra apici e, separato da una virgola, il titolo della rivista in corsivo.
Annata: in numeri arabi.
Anno: tra parentesi tonde
Esempi:
D. Maffei, ‘Appunti sull’ordo iudiciarius di Jean Belli’, Revue de Droit Canonique 30 (1980) 294-303.
G. Vallone ‘Restauri salentini’, Bollettino Storico di Terra d’Otranto 1 (1991) 143-177.
B. Vetere, ‘Dal seggio abbaziale alla cattedra vescovile: Nardò: una Chiesa latina nel Salento bizantino’, Rivista di storia della Chiesa in Italia 70 (2016) 3-33.
CITAZIONI SUCCESSIVE
Autore: si omette l’iniziale del nome di battesimo, salvo omonimie.
Titolo: abbreviato.
Esempi:
Bellomo, Ricerche 122s.
Fiorelli, La tortura I 127-134.
Giannachi, ‘Learning Greek’ 215.
Vallone, ‘Le decisiones’ 149.
Vetere, ‘Dal seggio’ 38.
MANOSCRITTI
Nell’ordine: Città, Biblioteca, segnatura, carta/e (= c.). Per la Biblioteca Apostolica Vaticana, omettere l’indicazione ‘Città del Vaticano’. Talora le biblioteche hanno solo segnatura numerica dei manoscritti; in tal caso è opportuno registrare la sigla usuale della biblioteca.
Esempi:
München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 3887, c. 27rb.
Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1413, c. 2v.
Lecce, Biblioteca Provinciale (BPL), ms. 37, 82-83.
Padova, Biblioteca Universitaria (BU), ms. 1625, c. 263v.
Citazioni successive:
Clm 3887, c. 26va.
Vat. gr. 1413, c. 5r.
BPL, ms. 37, 86.
BUP, ms. 1625, c. 268r.
DOCUMENTI D’ARCHIVIO
È regola generale omettere la citazione delle sezioni d’archivio che hanno funzione amministrativa interna, ed evitare, se possibile, l’eccessiva formalizzazione delle citazioni.
Si indichi in tondo luogo e tipo d’archivio, seguiti tra parentesi dall’abbreviazione usuale; quindi il fondo, in corsivo con la citazione di fascio e fascicolo, o annata, o volume, ecc.
Per i manoscritti e le collettanee manoscritte d’autore noto o ignoto, o di più autori, si segnerà l’archivio, l’autore in tondo se c’è o è individuabile nella miscellanea, e l’opera o la voce in ossequio alle regole esposte altrove.
Esempi:
Archivio di Stato di Napoli (ASN), Spogli significatorie relevî, I c. 1r.
Archivio di Stato di Venezia (ASVe), Senato, Misti, reg. 42 c. 45r.
Archivio Segreto Vaticano (ASV), Reg. Lat. 335, c. 104v-105r.
Archivio Vescovile di Nardò (AVN), A/4 Visita diocesana Bovio (1578) c. 126r.
Archivio di Stato di Napoli (ASN), L. Serra di Gerace, Manoscritti genealogici di famiglie nobili meridionali, ‘Spinola’, VI 2094.
Citazioni successive:
ASN, Spogli significatorie, I c. 1r.
ASV, Reg. Lat. 335, c. 104v-105r.
ASVe, Senato, Misti, reg. 42 c. 45r
AVN, A/4, c. 126r.
ASN, Serra di Gerace, Manoscritti, ‘Spinola’, VI 2094.
In specie per i fondi notarili è opportuno evitare l’eccessiva formalizzazione delle citazioni, che spesso risulta sfuggente al ricercatore, è incostante tra archivi e subisce nel tempo variazioni d’ordinamento. È comunque necessario indicare l’archivio, il nome del notaio e la piazza, con gli estremi dell’ordinamento archivistico attuale. L’indicazione di giorno e anno, ed il computo dell’indizione, specie se fatti in nota, devono essere schematici.
Esempi:
Archivio di Stato di Lecce (ASL), not. R. Scalfo di Galatina (38/1), 1 XII 1558, c. 205v.
Archivio di Stato di Lecce (ASL), not. F.A. Palma di Lecce (46/5), 12 XII 1607 (= 1608 al corso di Lecce), c. 290r-292r.
Citazioni successive:
ASL, not. 38/1, 1 XII 1558, c. 205v.
ASL, not. 46/5, 12 XII 1607 (= 1608), c. 290r-292r.
ABBREVIAZIONI USUALI
c. = carta/carte
cfr. = confronta
ms. = manoscritto/manoscritti
nr. = numero/numeri
nt. = nota/note
r = recto
s. = seguente/seguenti
s.v. = sub voce
tav. = tavola/tavole
v = verso
v. = vedi